2020 In Quarantena

N. 0 L’ Isola é la chiave

N. 0 L’ Isola é la chiave

Sentirsi di colpo fuori dal mondo. Piombati in un’atmosfera assurda e surreale che ci ha lasciati increduli e muti senza preavviso . In questi giorni <tutti uguali>, in cui è stato davvero difficile ritrovare un senso di un tempo che avesse ancora “un senso” per noi, osservando le città vuote e ascoltando i loro silenzi irreali. Ci siamo ritrovati a tu per tu con noi stessi e con i muri delle nostre case piene di specchi . Abbiamo dovuto fermarci ,abbiamo dovuto guardarci dentro e “guardarci attraverso “ nello spazio di lunghe giornate interminabili . Spesso non è stato affatto piacevole, eppure il progetto nasce proprio da questa reclusione forzata, che abbiamo pensato, abbiamo voluto, anzi, trasformare in opportunità. Due vecchi amici, un’artista Loredana Salzano ed un architetto Salvatore Martorana , mani e teste che per consuetudine non conoscono affatto la parola “pausa”, così la quarantena si è trasformata in un meraviglioso scambio sinergico di sporcarsi le mani, di trasformare la materia in pensiero prima e in arte poi. È stata dura come il cemento ma alla fine abbiamo acquisito la leggerezza dell’aria. Sono venuti alla luce 10+1 meravigliosi riquadri, pezzi di muri vissuti, i muri delle nostre case che ormai abbiamo imparato a conoscere centimetro per centimetro nostro malgrado. Specchi, riflessioni: necessità e opportunità di guardarsi dentro. Nè la forma nè la dimensione delle opere ovviamente è stato un caso (40x40): ma una chiaro riferimento alla “quarantena “ perfino nella misura. L’opera N.0 è stata tematicamente e volutamente un’omaggio all’ISOLA. Isola come concetto di isolamento per definizione , che porta inevitabilmente all’introspezione e quindi ad una successiva rigenerazione e progressiva rinascita. L’isola dunque come cura. Proprio il ricavato del n.O dei riquadri è stato battuto all’asta e devoluto ai ragazzi della SUPERABILE ONLUS che hanno avuto la nuova sede confiscata alla camorra ed hanno bisogno di arredarla. Le opere realizzate a quattro mani e a due ”cape pazze”, prendono corpo anzitutto dalla materia di cui sono fatti i muri il cemento, la malta, l’intonaco mescolati ad arte dall’architetto Salvatore Martorana come fossero materia viva che diventa storia vissuta, materia solida in cui troverete incastonati dei piccoli oggetti di vita quotidiana, apparentemente casuali, ma invece sempre con una valenza profonda e fondamentale per l’interpretazione : una chiave/ un nodo di legno/ una pietra, ricordo lontano di una vacanza al mare/ un vecchio infisso che non chiude bene/ e sempre i frammenti di specchio ad accompagnarci in questo viaggio interiore che queste opere hanno scaturito. La materia così composta costituisce la base quadrata di queste opere. Pezzi di muro tutti diversi, come diverse sono le nostre case e le storie di chi le abita e le vive: e su questi muri, si innestano perfettamente le altrettanto diverse le interpretazioni pittoriche intense dell’artista Loredana Salzano che interagisce con la materia ripercorrendo i suoi temi dominanti: quello della donna e dell’isola del vulcano e del mediterraneo, attraverso lo sguardo a volte onirico a volte doloroso e introspettivo a cui questa quarantena ci ha prima obbligato e poi abituato. I lavori che sono venuti fuori da questo connubio sono opere intense e commoventi che dilatano i sensi. Si trova una “Dafne contemporanea spinosa ” simbolo di una metamorfosi interiore perpetua, o una “moderna Sisifo “che prende energia dal vulcano per sopportare le sue fatiche quotidiane, perfino una ironico -onirica “nostra signora del Wi Fi“ strumento per eccellenza croce e delizia di questo isolamento, che è stato sicuramente fondamentale per la comunicazione e davvero l’unico modo per accorciare le distanze. Quello che ci auguriamo attraverso la realizzazione di questo progetto che ci ha coinvolto, é che questo tempo non sia stato un tempo vano, ma che al contrario, seppur nella sua evidente difficoltà dolorosa, abbia avuto il merito di riconnetterci con la parte più autentica e preziosa di noi stessi. Quella che avevamo dimenticato guardare queste opere anche a molta distanza da questo tempo così surreale possa servire a non dimenticare il dono prezioso che involontariamente ci ha fatto. Perchè grazie a questo progetto, che ha accompagnato tutto il tempo della quarantena, noi abbiamo sùbito < un mutamento di stato > da quello solido della materia di cui sono fatti i muri fino a quello aeriforme della stessa materia di cui sono fatti i sogni.